Vaginismo e dispareunia - Cristiana Prada

Problematiche in rosa: vaginismo e dispareunia

Un problema che da sempre accomuna e affligge molte donne, sia giovani che mature, è il dolore durante il rapporto sessuale. Questo disturbo silenzioso e sommerso, stando alle statistiche, interessa circa il 15-20% delle donne in età fertile e oltre il 40% di quelle in menopausa. Questa condizione ha un impatto significativo sull’autostima, sulle relazioni di coppia e può anche influire sulla fertilità (con relativa impossibilità di concepimento).

  • Vaginismo e Dispareunia
  • Cause dei disturbi sessuali
  • Cure e trattamenti

Vaginismo e Dispareunia

Il dolore genitale persistente, che può verificarsi prima, durante o dopo la penetrazione, esercita un impatto significativo sulla qualità della vita delle donne, poiché le limita nell’esperienza di intimità e le induce a evitare, provare fastidio, paura o rifiuto della penetrazione. Queste disfunzioni sessuali, di cui si parla raramente, possono causare un’enorme sofferenza.

Molto spesso le donne si sentono emarginate nella loro femminilità, incomprese e isolate nel vivere con disagio ciò che altre persone trovano istintivo e naturale. Per tale motivo, cerco di trasmettere alle mie pazienti il concetto che sentirsi inadeguate a causa di questa condizione non solo è dannoso, ma anche privo di senso. Il dolore durante un rapporto e i problemi di penetrazione sono più diffusi di quanto si pensi e, fortunatamente, sono trattabili.

Il vaginismo è generalmente caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie che causano dolore fisico. Quest’ultime coinvolgono i muscoli del pavimento pelvico e possono essere scatenate anche solo dall’ansia anticipatoria della penetrazione. Tali contrazioni rendono difficile o addirittura impossibile lo stesso atto penetrativo e si manifestano sottoforma di riflesso completamente incontrollato ed indipendente dal desiderio sessuale o dalla presenza o assenza di eccitazione da parte della donna. Tuttavia, quest’ultima può continuare ricavare piacere da altre pratiche sessuali diverse dal coito vaginale.

La maggior parte delle volte, vaginismo e dispareunia sono associati a una riduzione della libido e, in altri casi, anche all’anorgasmia (l’incapacità di raggiungere l’orgasmo). Questo accade solitamente perché la paura del dolore porta progressivamente l’individuo ad evitare situazioni di eccitazione sessuale. Tuttavia, il vaginismo può manifestarsi anche al di fuori dei rapporti sessuali: ad esempio, può inibire l’inserimento di tamponi interni nell’orifizio vulvo-vaginale o compromettere l’esplorazione manuale di routine durante le visite ginecologiche.

La dispareunia è solitamente elencata tra i Disturbi Sessuali Femminili (Female Sexual Dysfunctions o FDS) ma può colpire anche l’uomo. Nella vita della donna è spesso correlata ad altri FDS, nella fattispecie al già citato vaginismo. Una delle principali differenze tra questi due disturbi è che il vaginismo si manifesta solitamente prima della penetrazione, presentando un riflesso automatico di paura ed una relativa contrazione a livello muscolare che impedisce l’atto penetrativo. D’altra parte, invece, la dispareunia si verifica durante l’atto sessuale, ovvero quando la penetrazione è in corso.

A seconda della gravità del disturbo (che può avere origine da cause organiche o psicologiche), il rapporto sessuale, per coloro che soffrono di dispareunia, può comunque risultare fastidioso, spiacevole o estremamente doloroso. Alla dispareunia sono associate altre sintomatologie quali ipersensibilità al contatto, bruciore, prurito, gonfiore, tensione e sensazione di secchezza della mucosa vulvare e/o vaginale.

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Cause dei disturbi sessuali

Per la dispareunia, ma soprattutto per quanto riguarda il vaginismo, la medicina evidenzia cause di origine psicologica e psicosomatica, mentre si riferisce a cause di origine fisica ed organica come concause. Data l’inesistenza di alterazioni strutturali o funzionali alla base degli spasmi muscolari, il vaginismo può essere scatenato da esperienze traumatiche, false credenze a tema sessualità, stress, ansia o, più in generale, da dinamiche sofferte e problematiche inerenti alla relazione con il proprio corpo e con la propria sessualità.

La dispareunia, che a seconda della locazione del dolore o del bruciore può essere distinta in superficiale, profonda o mista, può essere originata o peggiorata da molteplici e differenti cause: chemioterapia, radioterapia, herpes, malattie veneree (gonorrea, clamidia), infezioni micotiche (come la candida e altre infiammazioni vaginali trascurate), lacerazioni perianali post- parto non guarite, terapie contraccettive, disturbi immunologici, vascolari o neurologici, ma anche malattie dermatologiche come la psoriasi, vulvodinia, secchezza vaginale cronica dovuta ad altri fattori e vestibolite vulvare.

La causa di una dispareunia profonda (dolore che si verifica in seguito alla penetrazione vaginale completa) può essere correlata a patologie del sistema nervoso periferico, alla sindrome da intrappolamento dei nervi addominali, ai miomi uterini, all’utero retroflesso, alle aderenze post-chirurgiche, all’endometriosi, alle endometriti, al varicocele pelvico. Inoltre, può anche essere ricondotta semplicemente all’atrofia vaginale (secchezza, assenza di lubrificazione e perdita di elasticità della mucosa vaginale), una condizione fisiologica che appare di sovente nella menopausa.

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Cure e trattamenti

Per trattare la dispareunia delle donne in menopausa, legata a squilibri fisiologici ed ormonali, è consigliata una terapia a base di estrogeni. In tutti gli altri casi l’identificazione delle origini dei disturbi è utile per il ginecologo per operare una scelta di cura più precisa e adeguata.

Inoltre si raccomanda una stretta collaborazione tra ginecologo e psicoterapeuta/sessuologo, soprattutto per la cura del vaginismo, utile ad impostare un percorso integrato di prevenzione e cura che comprenda sia l’approccio medico che quello psicologico. In questo modo si può contrastare, attraverso l’impiego degli strumenti più adeguati, le cause organiche – con l’utilizzo di terapie mirate e stili di vita corretti – e al contempo riuscire a modificare gli atteggiamenti disfunzionali del paziente, o eventualmente della coppia, affiancandoli a tecniche di rilassamento e di gestione dell’ansia.

Tempo fa conobbi Laura, una donna affetta da vaginismo. Questo problema, sviluppatosi pian piano nel corso della sua vita, aveva iniziato a diventare sempre più ingombrante andando a pesare specialmente sulla sua vita di coppia con Francesco. Il disagio e la frustrazione avvertiti da Laura non erano più sopportabili quando decise di rivolgersi a me. Nell’iniziare il suo percorso terapeutico mi impegnai a creare per lei l’ambiente più confortevole e sicuro possibile, prendendomi tutto il tempo necessario per ascoltare attentamente la sua storia.

A poco a poco la stessa Laura mi rese consapevole delle sue paure, delle sue preoccupazioni e delle sue esperienze passate, e fra queste vi trovai l’origine del suo disturbo sessuale. Cercai di creare e stabilire una connessione empatica con Laura, incoraggiandola a condividere con me i suoi sentimenti e le sue emozioni più recondite e profonde.

Successivamente la introdussi gradualmente ad alcune tecniche di rilassamento e di respirazione profonda per aiutarla a gestire l’ansia ed il timore che lei associava all’atto penetrativo. La esortai anche ad esplorare il suo corpo mettendo da parte le paure e le ansie, cercando di creare il giusto ambiente confortevole, privo di pressioni.

Utilizzai con Laura una terapia cognitivo-comportamentale per aiutarla a riconoscere e mettere in discussione le false credenze e le conseguenti aspettative negative associate al suo vaginismo. Insieme lavorammo sulla ristrutturazione dei pensieri negativi, sostituendoli con pensieri più realistici e positivi riguardo la sua sessualità e la sua intenzione di superare il disturbo.

Le consigliai di coinvolgere anche Francesco nel suo percorso terapeutico, spiegandole come la condivisione e la comprensione del suo disturbo potesse aiutarla nel suo percorso di guarigione. Francesco dimostrò intraprendenza e compartecipazione attiva, riuscendo effettivamente a fornire a Laura il sostegno emotivo necessario, collaborando anche con lei nelle esercitazioni da me proposte.

Furono necessari molti mesi di lavoro terapeutico per iniziare a notare i primi significativi progressi. Le contrazioni muscolari involontarie diminuirono gradualmente per poi cessare del tutto, permettendole di sperimentare momenti di piacere ed intimità con Francesco, senza provare più dolore. Dopo quasi un anno Laura riuscì a superare completamente il suo vaginismo, tornando ad essere in grado di viversi una sessualità libera e appagante.

Qualora anche tu sentissi il bisogno di affrontare insieme ad un professionista questa problematica o altre di varia natura non esitare a contattarmi o a raggiungermi in sede per un primo colloquio conoscitivo totalmente gratuito e senza impegno.

Dott. Cristiana Prada, Psicoterapeuta e Sessuologa

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