Eros e pornografia - Cristiana Prada

Eros e Pornografia: in che modo la sessualità assume sfumature diverse

All’interno di una società in continuo mutamento e in perenne evoluzione non possono che modificarsi nel corso del tempo anche i comportamenti umani e le attitudini morali, così come le fantasie sessuali: sempre meno allusive e sempre più esplicite. L’erotismo ha ceduto il passo alla pornografia, agevolando un sistema in cui la fruizione immediata dei contenuti sessuali regna sovrana.

  • Pornografia ed erotismo, quali sono le differenze?
  • Sessualità maschile e femminile
  • La porno-dipendenza e la masturbazione compulsiva, quando il sesso diventa una droga
  • L’incubo della ninfomania

Pornografia ed erotismo, quali sono le differenze?

A pensarci bene, oggigiorno la società procede a passo così rapido che anche l’Eros ha dovuto, per forza di cose, adeguarsi. L’erotismo, inteso come fase successiva ad un lento e meditato corteggiamento, è quasi del tutto scomparso, facendosi da parte per favorire la rapida ascesa della pornografia e di tutto ciò che non è più soltanto allusivo ma viene mostrato con celerità ed immediatezza.

La differenza più sostanziale è proprio questa: l’erotismo non si avvale della vista, ma soltanto della fantasia che dev’essere adeguatamente stimolata e solleticata tramite allusioni sottili e ben ponderate. Questo termine designa un amore appassionato unito al desiderio sessuale. In tal senso, l’erotismo rappresenterebbe il vincolo emotivo e l’esaltazione nonché la celebrazione della bellezza che si palesa attraverso la sensualità.

Di contro, la pornografia tocca corde dell’animo umano completamente diverse. Non è una forma di sessualità, ma di rappresentazione della medesima. L’oggetto della pornografia è la prostituzione, ed è tipicamente molto “cruda”, esplicita, oscena e non lascia nulla all’immaginazione. È molto importante cercare di non demonizzare la pornografia, che invece va interpretata ed accettata come espressione differente della sessualità, accolta in quanto libera manifestazione di istinti diversi legati all’eros.

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Sessualità maschile e femminile

Nel corso della mia esperienza di psicoterapeuta, mi è capitato di frequente che alcuni pazienti uomini mi chiedessero come mai le donne ostentano nei confronti della pornografia un totale disinteresse, o peggio, un vero e proprio rifiuto mentre loro (gli uomini) ne sono grandi fruitori. La risposta è estremamente semplice da individuare: la sessualità maschile è tipicamente visiva ed impersonale; al contrario di quella femminile che è molto più intima e cinestetica. Quest’ultima tende a trovare terreno fertile nell’immaginazione, mentre quella maschile ha come obiettivo la prestazione.

L’eccitazione maschile viene veicolata dalla vista e la loro sessualità è incentrata sui genitali; mentre le donne sono mosse da una sessualità più morbida, intima e strettamente legata alle emozioni. Questo è il motivo per cui gli uomini rispondono meglio agli stimoli erotici visivi e si mostrano più reattivi nei riguardi del mondo della pornografia. Tendono a reagire in maniera del tutto impersonale alla carica sessuale del corpo di un’attrice porno, mentre le donne solitamente reagiscono alle pop-star o agli attori famosi senza privarli del loro status di persona, dunque non soltanto come “corpi sexy”.  

La pornografia appare alla stregua di un prodotto fatto dagli uomini per gli uomini, così come la letteratura rosa (lo dice il nome stesso) è stata concepita dalle donne per le donne. Questo genere letterario, in particolare, altro non è che una letteratura sentimentale atta a solleticare le fantasie erotiche femminili, che non si concentrano sull’attività sessuale quanto, piuttosto, sullo sviluppo di un rapporto amoroso. Solitamente il partner maschile è soltanto uno e l’eccitazione sessuale progredisce molto lentamente, non prima di un gioco erotico e seduttivo di tutto rispetto.

Inoltre, la pornografia maschile idealizza le donne come riflesso perfetto degli uomini: facilmente eccitabili, promiscue ed insaziabili. L’erotismo femminile, d’altro canto, idealizza gli uomini come emozionali, teneri, amorevoli e completamente epurati dal desiderio dell’atto della penetrazione, ma affaccendati a stimolare il loro eros attraverso l’arte del corteggiamento e della seduzione.

La porno-dipendenza e la masturbazione compulsiva, quando il sesso diventa una droga

Rispetto ad anni fa, oggi la pornografia ha un accesso più veloce e decisamente più semplice. Mentre prima le riviste pornografiche erano tutte cartacee con parecchie limitazioni alla diffusione e all’acquisto, ai giorni nostri attraverso il web è possibile accedere ad infiniti archivi di foto e video ridicolamente fruibili e che sono, per giunta, in aggiornamento continuo.

La pornografia, se utilizzata con cognizione e piena responsabilità, rientra tra le attività sessuali funzionali. Il problema si crea quando, in alcuni casi, l’uso improprio della stessa conduce il soggetto ad un’attività sessuale limitata alla sola visione di materiale pornografico, penalizzando di conseguenza i rapporti sessuali reali che vengono assottigliati o eliminati del tutto.

La dipendenza da materiale pornografico (o porn-addiction) è una patologia che accomuna tutti quei soggetti che si avvicinano a tale attività non solo con l’obiettivo del raggiungimento dell’orgasmo, ma per la possibilità di poter dare il via libera a tutte quelle fantasie sessuali che, per un motivo o per un altro, nella vita reale di tutti i giorni non potrebbero attuare.

È il caso di Kevin, grande fruitore di materiale pornografico e mio ex paziente. Per lui l’atto masturbatorio era diventato un’opzione del tutto preferenziale rispetto ad un rapporto sessuale reale con un altro individuo. La dipendenza da porno aveva fatto sì che non avesse più rapporti con la sua ragazza, andando a minare completamente la loro relazione sentimentale. Inoltre, la pornografia aveva assunto un’importanza tale nella sua vita da farlo rinchiudere dentro casa facendogli, oltretutto, sviluppare un principio di depressione.

Mostrava i chiari segni di una compromissione del funzionamento sociale: ansia, depressione e qualità più bassa della vita. Una condizione che viene spesso associata all’uso compulsivo di sostanze stupefacenti, ai giochi d’azzardo ma anche ai videogames. Inoltre, l’esposizione prolungata a materiale pornografico, aveva fatto cadere Kevin in una spirale che si autoalimentava costantemente: i suoi sintomi da dipendenza non facevano altro che spingerlo ancora di più alla ricerca di materiale pornografico, creando un peggioramento netto ed importante di quelli che erano i suoi malesseri.

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L’incubo della ninfomania

Con questo termine ci si riferisce a quel disturbo comportamentale femminile che è caratterizzato da una dipendenza morbosa dal sesso e che si manifesta con un desiderio irrefrenabile ed insaziabile di avere rapporti sessuali o di praticare autoerotismo. Non a caso si utilizza il termine dipendenza, in quanto, nei casi più gravi, la ninfomania assume quei lineamenti tipici di altre forme di dipendenza, come quella da stupefacenti o alcol.

Il più delle volte, alle spalle della ninfomania si riscontrano altri tipi di disturbi patologici come la depressione o il disturbo borderline di personalità. Dinanzi a casi di ninfomania la cosa più importante è riuscire a risalire all’origine del disturbo, un’operazione che generalmente risulta abbastanza complessa. A volte, il suo sviluppo è correlato a traumi importanti subiti nel proprio pregresso.

Una ex mia paziente, che chiameremo Carlotta per comodità, venne nel mio studio di sua spontanea volontà dichiarando di soffrire di questo disturbo che le rendeva la vita a dir poco impossibile. A sua detta non riusciva a fare a meno di pensare al sesso, aveva rapporti sessuali circa tre/quattro volte al giorno, sette giorni su sette, con uomini sempre diversi. Andava con loro a letto una sola volta e poi passava al successivo. In aggiunta a tutto ciò, ogni momento era buono per praticare la masturbazione, a tal punto da mettere completamente a repentaglio l’andamento delle sue giornate e la sua quotidianità.

Indagando scrupolosamente nella sua vita sono arrivata a scoprire un passato di abusi e di violenza domestica che ha sicuramente dato origine al tutto. Restando fedele alla mia esperienza, posso affermare che per Carlotta la ninfomania aveva lo stesso meccanismo che spesso si riscontra in altre dipendenze: il sesso diveniva un mero strumento per anestetizzare ed alleviare il dolore, per ammortizzare lo stress e l’ansia, conferendo alla paziente una velleitaria percezione di sollievo e benessere.

Qualora anche tu sentissi il bisogno di affrontare insieme ad un professionista questa problematica o altre di varia natura non esitare a contattarmi o a raggiungermi in sede per un primo colloquio conoscitivo totalmente gratuito e senza impegno.

Dott. Cristiana Prada, Psicoterapeuta e Sessuologa

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