Calo del desiderio sessuale - Cristiana Prada

Calo del desiderio sessuale: come affrontarlo in modo definitivo

Il calo del desiderio sessuale maschile e femminile rientra tra i cosiddetti disturbi del desiderio sessuale, che sono il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo e il disturbo da avversione sessuale. La disfunzione del calo del desiderio sessuale appartiene alla disfunzione della fase del desiderio e non della fase di eccitazione o orgasmica.

La caratteristica fondamentale di questo disturbo è l’assenza di stimolo e fantasia sessuale, che può ampliarsi fino alla mancanza del desiderio di praticare un’attività sessuale. Questo calo del desiderio riguarda sia il sesso maschile che quello femminile, e può essere globale o situazionale.

Si parla di calo del desiderio globale, quando l’assenza di stimolo e desiderio riguarda la totalità della vita sessuale. Quando, invece, i sintomi sono limitati ad un partner o ad una attività sessuale specifica, si parla di calo del desiderio situazionale.

Quando si manifesta solo all’interno della coppia è molto meno grave di quando include anche la fase della masturbazione solitaria. Generalmente la coppia lo riconosce con maggiore facilità, per il fatto che si assiste a un diradamento fino alla cessazione del desiderio sessuale.

  • Da cosa nasce il calo del desiderio sessuale? Quali sono le cause principali?
  • Chi ha una vita sessuale attiva può soffrire del calo del desiderio?
  • Nel caso di una coppia, può dipendere dalla durata della relazione?
  • Quanto influisce l’ansia da prestazione?
  • Come è possibile affrontare il calo del desiderio?

Da cosa nasce il calo del desiderio sessuale? Quali sono le cause principali?

Il calo del desiderio sessuale ha molte cause, ma si nota come spesso si tratta soprattutto di fattori temperamentali (ad esempio la depressione), di fattori socioculturali e ambientali (come nel caso di un’omofobia interiorizzata), di una cattiva educazione sessuale, o di problemi di altro genere, come abusi subiti durante l’infanzia e l’adolescenza, utilizzo di alcol sostanze stupefacenti.

Tra le cause possibili bisogna valutare anche i fattori fisiologici e genetici, quali un abbassamento del testosterone per gli uomini e degli estrogeni per le donne, a cui è facile assistere in andropausa e in menopausa.

Quando il calo del desiderio sessuale si manifesta all’interno di una coppia, bisogna ricercare le cause anche nel tipo di legame. Un’eventuale crisi può essere tra le cause del calo del desiderio, così come la disfunzione erettile o l’eiaculazione precoce. In una coppia, infatti, uno dei due partner può scegliere di evitare la vita sessuale per evitare di mettere a nudo i propri problemi sessuali non risolti.

Bisogna, dunque, valutare in primis se si tratta di una disfunzione secondaria o primaria, ed è bene rivolgersi ad un esperto per appurarlo.

Chi ha una vita sessuale attiva può soffrire del calo del desiderio?

Soffrire del calo del desiderio sessuale in alcuni casi significa avere una scarsa motivazione nella ricerca degli stimoli. Un soggetto che, ad esempio, se stimolato adeguatamente accetta l’offerta sessuale e ne gode, può soffrirne se è soltanto “ricettivo” o “finge di provare piacere”.

Molte persone che lamentano un calo del desiderio, infatti, hanno una vita sessuale attiva, sebbene il numero dei rapporti sessuali sia di solito esiguo. A mantenerli attivi, sotto questo punto di vista, è spesso la pressione ricevuta da parte del partner.

Diverso, invece, il caso di chi soffre di disturbo da avversione sessuale. In questo caso, infatti, è caratterizzato da una repulsione nei confronti dell’atto sessuale. Il soggetto interessato, infatti, manifesta ansiatimore disgusto nei confronti di un’attività sessuale.

Esistono poi pazienti che lamentano una repulsione verso alcuni particolari organi genitali, e altri che non sopportano gli stimoli sessuali, a partire dal più lieve contatto fisico.

Nel caso di una coppia, può dipendere dalla durata della relazione?

Quando il calo del desiderio sessuale si manifesta all’interno di una coppia bisogna valutare anche la durata della relazione. Generalmente, infatti, non è un problema che si manifesta nei primi mesi o anni, ma sopraggiunge con l’arrivo dell’abitudine, della routine, e della noia.

I componenti della coppia, invece, dovrebbero dedicare sempre del tempo a esplorare il mistero, il gioco e il lato erotico della loro relazione. Quando sembra non esserci più nulla da fare, però, confrontarsi con un esperto e iniziare un percorso di affiancamento può salvare la relazione dalla rottura definitiva.

Quanto influisce l’ansia da prestazione?

Nel caso della disfunzione del desiderio ipoattiva, l’ansia da prestazione, ovvero la paura del fallimento, gioca un ruolo spesso fondamentale. In questi casi si assiste a un legame con precedenti timori di perdite.

Questa paura si presenta all’inizio dell’approccio sessuale, quando il soggetto anticipa il pensiero del sesso, da cui sembra difendersi sopprimendolo tramite pensieri negativi, con conseguente calo del desiderio sessuale.

L’ansia da prestazione può essere influenzata da alcuni fattori individuali, come una forte idea religiosa, un disturbo dell’identità di genere, la paura di una gravidanza indesiderata, un disturbo ossessivo-compulsivo, lo stress. Altrimenti la paura può dipendere da fattori relazionali, che riguardano l’altro partner, come la mancanza di attrazione, le scarse “doti sessuali” del partner, i conflitti, ecc…

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Come è possibile affrontare il calo del desiderio?

La cura del calo del desiderio sessuale sia maschile che femminile deve comprendere, soprattutto per il tipo ipoattivo, una fase di terapia cognitiva. In questa fase si cerca di motivare il paziente alla risoluzione del problema.

Si esplorano, in questo modo, le cause alla base del calo del desiderio, si valutano i “costi e i sacrifici” a cui la disfunzione obbliga. In seguito si fornisce al paziente una strategia mirata per fronteggiare l’ansia ed, infine, si prova a indurre la pulsione sessuale con una graduale esposizione a tutti gli stimoli, fino a quelli che prevedono esercizi di contatto fisico sessuale.

Piano piano il paziente sarà in grado di affrontare situazioni “sessuali”, che prima gli provocavano ansia, via via sempre più intense. Personalmente in questi casi mi consulto con un andrologo di mia fiducia a cui indirizzo il paziente per una prima visita di controllo generale ematochimico e a volte anche strumentale.

Una volta che il paziente è stato visitato da parte di entrambi, allora si consiglierà una terapia sessuologica, qualora il problema sia di coppia, oppure una psicoterapia, qualora si tratti di disfunzioni sessuali più importanti e generalizzate.

La durata della terapia sessuologica richiede all’incirca 10 sedute, mentre quella psicoterapeutica può durare anche diversi mesi.

Qualora anche tu sentissi il bisogno di affrontare insieme ad un professionista questa problematica o altre di varia natura non esitare a contattarmi o a raggiungermi in sede per un primo colloquio conoscitivo totalmente gratuito e senza impegno.

Dott. Cristiana Prada, Psicoterapeuta e Sessuologa

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