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Leggi di piùIl disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo psichiatrico molto serio caratterizzato dalla presenza di pensieri intrusivi comunemente chiamati anche ossessioni, e da comportamenti compulsivi, denominati anche rituali. Si tratta di un disturbo della psiche che va affrontato in modo serio e che necessita dell’aiuto di un esperto.
Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo psichiatrico che presenta due caratteristiche principali. La prima è rappresentata dai comportamenti compulsivi, e la seconda dai pensieri intrusivi.
I pensieri intrusivi sono comunemente chiamati ossessioni. Si tratta di pensieri o impulsi intrusivi che generano nel soggetto una strana sensazione di ansia, e che vengono vissuti come un “disturbo”, ovvero come qualcosa di “non corretto” ma che va fatto.
Questi pensieri intrusivi vengono definiti egodistonici, perché vanno al di fuori del concetto di Io. Questo significa che un soggetto che presenta un’ossessione non è in grado di riconoscere tale pensiero intrusivo come parte di sé. È semplice capire questo concetto partendo dall’esempio di una forma di disturbo ossessivo compulsivo molto comune: quella che riguarda lo sporco e i germi.
In questo caso, infatti, il soggetto ha una costante paura di essere infettato, ma soprattutto ha paura di qualcosa che viene dall’esterno, che non ha la possibilità di controllare e che esce al di fuori della sua sfera di influenza. Chi soffre di un disturbo ossessivo compulsivo, infatti, spesso teme di non riuscire a controllare la situazione e soprattutto è consapevole di non saper controllare i propri impulsi. Questa situazione lo spaventa e lo porta ad agire in modo ripetuto, seguendo dei rituali.
Oltre al pensiero intrusivo, ovvero, le ossessioni, infatti, il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato anche dai comportamenti ripetitivi, ovvero i comportamenti compulsivi, anche detti rituali. Si tratta di azioni messe in atto dal soggetto nel tentativo di controllare l’ossessione stessa. Queste azioni seguono un modus operandi molto preciso e ripetuto, sempre uguale.
Ad esempio, un soggetto affetto da disturbo ossessivo-compulsivo per quanto riguarda la pulizia e i germi, potrebbe presentare un’azione compulsiva che riguarda la pulizia ripetuta di un determinato oggetto o luogo. Si tratta spesso di un’azione che il soggetto sente come un obbligo che venga compiuta seguendo delle regole che lui stesso ha creato. Il soggetto affetto da questi pensieri intrusivi, infatti, è convinto che se il rituale non viene eseguito nel modo corretto, qualcosa andrà storto, e, soprattutto non riuscirebbe a controllare le stesse ossessioni.
Per tutte queste motivazioni, soffrire di un disturbo ossessivo compulsivo risulta nella maggior parte dei casi una patologia invalidante, poiché riduce notevolmente la qualità di vita di chi ne è affetto, che diventa schiavo dei propri pensieri intrusivi e delle proprie ossessioni.
I disturbi ossessivo compulsivo possono riguardare qualsiasi ambito della vita quotidiana. Tuttavia ci sono alcune ossessioni, o pensieri intrusivi, che si manifestano con maggiore frequenza. Ecco un breve elenco delle più comuni:
– Paura della perdita del controllo, della situazione o della propria calma (quindi paura di essere in grado di fare del male a se stessi o agli altri).
– Paura dei germi e dello sporco, con un pensiero intrusivo spesso volto alla pulizia delle mani o degli oggetti più utilizzati.
– Paura di essere contaminati, e quindi del contatto con altre cose o persone.
– Paura di fare pensieri blasfemi, molto diffusa tra chi vive una religiosità ricca di paure.
– Dubbi su molte azioni (ad es. controllare di continuo se la porta di casa sia chiusa).
– Ossessione dell’ordine, che se manca provoca nel soggetto un senso di ansia e disagio.
Avere dei pensieri intrusivi è sicuramente un sintomo inequivocabile. Alcuni pazienti riportano di avere un “pensiero fisso” che non sono in grado di controllare. Anche alcune azioni, soprattutto se abituali ed eseguite con una sospetta regolarità, possono essere considerati dei sintomi. Si tratta spesso di azioni che anche il soggetto ritiene insensate ed irrazionali, ma che sa che deve compiere.
Tra quelli più comuni ricordiamo:
– Mettere in ordine, seguendo delle rigide regole.
– Pulire frequentemente (se stessi o un oggetto, un luogo in particolare).
– Controllare per fugare i pensieri intrusivi (ad esempio controllare che la macchina sia chiusa, che il gas sia spento, ecc…).
– Azioni compulsive mentali (ad esempio la ripetizione di una preghiera, una parola, ecc…).
– Mania di contare gli oggetti, gli avvenimenti, ecc…
Come già detto, chi soffre di un disturbo ossessivo compulsivo segue l’attuazione di questi gesti come un vero e proprio rituale, formato da una serie di regole da seguire alla perfezione. Se anche solo un passaggio del rituale viene dimenticato o “sbagliato”, infatti, si scatena nel soggetto una vera crisi che lo riempie di ansie e paure e lo costringe a ricominciarlo dall’inizio.
Manifestare qualcuno dei sintomi sopracitati di tanto in tanto non è indice di un disturbo ossessivo compulsivo. Per accertare la presenza del disturbo, infatti, bisogna rivolgersi ad un esperto e bisogna soddisfare alcuni criteri. Il soggetto, infatti, deve essere affetto sia da pensieri intrusivi che da azioni compulsive.
Le ossessioni e i rituali, inoltre, rappresentano per lui una grave perdita del proprio tempo quotidiano, qualcosa di invalidante per la vita giornaliera.
Una volta riconosciuto il pensiero ossessivo compulsivo, lo specialista proporrà la soluzione migliore per il caso. Per prima cosa si proporrà una terapia psicologica con la tecnica dell’Esposizione con Prevenzione della Risposta. Questo tipo di cura consiste nell’esposizione del paziente a quegli stimoli che gli provocano pensieri intrusivi (ad esempio per chi ha il disturbo ossessivo compulsivo dell’ordine, sarà l’esposizione ad oggetti tutti disordinati). Una volta che il paziente sarà esposto alla propria ossessione, si eviterà che possa mettere in atto i suoi rituali. Si tratta di un trattamento che risulta inizialmente molto stressante per il paziente, ma che poi riuscirà a renderlo libero dai suoi pensieri intrusivi.
In alcuni casi può essere valutato anche un trattamento farmacologico, ad esempio, per calmare l’ansia. Ma la terapia con farmaci viene valutata di caso in caso.
Qualora anche tu sentissi il bisogno di affrontare insieme ad un professionista questa problematica o altre di varia natura non esitare a contattarmi o a raggiungermi in sede per un primo colloquio conoscitivo totalmente gratuito e senza impegno.
Dott. Cristiana Prada, Psicoterapeuta e Sessuologa
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