La relazione è stabilita direttamente con “l’alterità” cioè con il “gruppo. Lo “spazio” del gruppo da la possibilità ai partecipanti di ricreare in una sorta di microcosmo le relazioni parentali e significative ed è possibile vederle nel “qui ed ora”, dal vivo. Ciò costituisce una forte spinta al cambiamento, che attraversa i piani di esperienza di sé, della propria storia familiare, relazionale e culturale. (Lo Verso 1994) Si ritiene che ogni membro del gruppo trarrà beneficio se tutti i partecipanti sono aiutati ad aprirsi e a rendere pubblico ciò che si tengono stretti.Se il gruppo va bene viene riconosciuto che non si perde nulla nel rendere il privato pubblico e ciò che viene svelato rimane proprietà privata, ma del gruppo piuttosto che del singolo individuo. (Zinkin L. 1996). Accade di sovente che il gruppo diventa parallelo ad una psicoterapia a due. In tal modo i pazienti possono vivere e comprendere meglio alcune caratteristiche delle loro relazioni in una situazione che è al tempo stesso naturale e complessa rispetto alla all’interazione a due voci della psicoterapia classica.Principali funzioni terapeutiche del gruppo Secondo Yalom, esistono dei fattori terapeutici universali che vanno al di la degli approcci teorici usato dallo psicoterapeuta: universalità: il paziente prova sollievo nel capire che tutti i suoi sintomi possano essere condivisi. Inoltre la pluralità che caratterizza il gruppo è fonte, inevitabilmente, di notizie e chiarimenti sui problemi condivisi; instillazione di speranza: l’incoraggiamento tra i vari componenti del gruppo mobilità l’ottimismo tra i partecipanti e la sensazione di potercela fare; cambiamento del copione familiare. I pazienti nel gruppo possono rivedere e rielaborare la storia del proprio gruppo originario, la famiglia, e di compiere riflessioni, valutazioni mai tentate prima, attraverso il costante confronto tra gruppo terapeutico e gruppo familiare; altruismo. Tutte le azioni altruistiche che si verificano nel gruppo consentono un aumento dell’autostima e di reciproco aiuto che risultano essere fattori terapeutici; sviluppo di tecniche di socializzazione: il gruppo svolge una fondamentale funzione di specchio. I partecipanti attraverso feedback e risposte aiutano e sono aiutati nell’acquisizione di una più accurata auto-percezione. La nuova consapevolezza è alla base per un successivo cambiamento di interazione sociale; comportamento imitativo: ogni paziente ha la possibilità di osservare e prendere a modello gli aspetti positivi del comportamento degli altri partecipanti e del terapeuta; apprendimento interpersonale: ogni partecipante, per migliorare la propria patologia, deve attraversare diversi stadi. In primo luogo è indispensabile rendersi conto delle proprie modalità di interazione sociale e delle conseguenze che esse hanno sugli altri e su se stesso, quindi, deve modificare tali modalità, attraverso la sperimentazione,nel gruppo, di nuovi comportamenti e infine deve verificare se essi risultano effettivamente più adeguati e rispettosi per tutti; coesione di gruppo: i partecipanti sperimentano la sensazione che qualcosa di importante sta per avvenire all’interno di un contesto protetto e accogliente.